La diagnosi, un momento complesso
Il colloquio diagnostico è un momento spartiacque nella vita della persona, che ora diventa “paziente”. In questa fase, sulla base di quanto emerso può risultare importante che il medico:
- Adotti una comunicazione chiara, semplice e allo stesso tempo corretta, essenziale e non ridondante.
- Riservi un adeguato tempo alla diagnosi, laddove possibile anche maggiore di quello programmato.
- Dedichi tempo di qualità al paziente, evitando laddove possibile interruzioni telefoniche e dal vivo.
- Preveda in anticipo un secondo colloquio per fornire chiarimenti e dipanare eventuali dubbi.
- Chieda al paziente di esprimere le sue emozioni, mostrando comprensione e vicinanza.
- Presti attenzione anche al linguaggio non verbale proprio e del paziente.
- Fornisca un contatto in caso di necessità.
L’importanza delle domande
È consigliabile, anche per una migliore aderenza alle terapie, che il paziente esponga tutti i suoi dubbi. Questo non sempre avviene a causa di vari fattori:
- Spesso la persona con la LLC non pone domande per timore delle risposte. Può essere utile superare questa paura, che rischia di crescere e causare malessere psichico.
- Per il paziente risulta importante sapere che talvolta non ci sono risposte certe, ma che lo specialista si impegnerà al massimo per fornire tutte le spiegazioni del caso.
- Il paziente ha diritto di chiedere di ripetere informazioni e concetti espressi durante la visita, qualora non compresi.
- Può essere utile che il paziente arrivi dal medico con domande quanto più possibile precise, anziché vaghe e indefinite, alle quali necessariamente è più difficile rispondere.
- Il paziente può chiedere per sé e/o per i suoi familiari un supporto psicologico, laddove presente o previsto.
- Non ci sono argomenti tabù: sia per il paziente sia per il medico può essere importante affrontare apertamente temi quali la vita sessuale, il desiderio di avere figli, di viaggiare o altro.
La centralità della comunicazione, in tutte le fasi
È importante che il medico non abbassi mai la guardia rispetto alla comunicazione con il paziente:
- Diagnosi, entrata in terapia, follow-up e ripresa della malattia sono alcuni dei momenti più complessi e critici nel percorso del paziente.
- Una delle fasi talvolta più delicate è quella del follow-up: quando si interrompe il trattamento il paziente potrebbe anche sentirsi “disorientato”.